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Ticket di Pronto Soccorso: cosa cambia dal 1° gennaio 2025

Dal 1° gennaio 2025 sono entrate in vigore le nuove regole regionali sul pagamento del ticket al Pronto Soccorso (Delibera n. 1189/2024). La novità principale riguarda la distinzione tra accessi considerati appropriati e non appropriati.

Se al paziente viene assegnato un codice rosso, arancione o azzurro, l’accesso è ritenuto appropriato e quindi gratuito. Tutte le cure e le prestazioni erogate nel percorso di Pronto Soccorso non prevedono alcun ticket.

Diverso è il caso dei codici bianco e verde, associati a situazioni non urgenti o di urgenza minore. In questi casi si paga un ticket di 25 euro per la prima visita di presa in carico, a cui possono aggiungersi altri ticket per eventuali visite di consulenza o esami prescritti.

Accesso inappropriato: cosa cambia per gli esenti

L’esenzione dal ticket non esclude il pagamento della visita se l’accesso al Pronto Soccorso è considerato inappropriato (non urgente o non giustificato clinicamente).

Per le persone con esenzione totale (es. per reddito, disoccupazione, invalidità totale, ecc.), in caso di accesso inappropriato, è quindi previsto un pagamento di € 25 per la visita al PS ma sono esentate dal ticket per eventuali successive prestazioni erogate all’interno del percorso di PS.

Esenzione per patologie croniche o rare

Per chi ha un’esenzione per patologia, l’agevolazione si applica solo alle prestazioni collegate alla patologia stessa.

  • L’esonero dal ticket dopo la visita di PS riguarda solo le prestazioni correlate alla patologia esente
  • Le prestazioni non correlate prescritte dal medico di PS seguono le regole ordinarie dell’assistenza specialistica ambulatoriale
  • Per queste ultime è quindi previsto il pagamento del ticket ordinario

Chi non paga il ticket?

I pazienti al pronto soccorso in codice bianco o verde che si trovano in una di queste situazioni, saranno esenti dal pagamento dei ticket:

  • età inferiore a 14 anni
  • accesso che esita in ricovero (anche in altro ospedale)
  • abbandono del PS prima della visita medica
  • accesso dovuto a evento traumatico avvenuto nelle 24 ore precedenti
  • accesso dovuto a evento traumatico avvenuto precedentemente alle 24 ore che ha esitato in un intervento terapeutico
  • accesso per avvelenamento acuto (tra cui avvelenamento chimico/farmacologico e ricompresa l’anafilassi)
  • accesso a seguito di infortunio sul lavoro
  • accesso a seguito di invio con impegnativa di “Accesso pronto soccorso” da parte di Medico di Medicina Generale o Pediatra di Libera Scelta, Medico di continuità assistenziale (inclusi coloro che operano all’interno del CAU), specialista, Medico di altro Pronto Soccorso;
  • passaggio in OBI (osservazione breve intensiva)
  • decesso in PS
  • accesso avvenuto su richiesta formale dell’Autorità Giudiziaria o degli organi di Pubblica Sicurezza
  • casi relativi a vittime di eventi riconducibili ai reati di cui agli articoli del Codice Penale: 571 (abuso dei mezzi di correzione e disciplina), 572 (maltrattamenti contro familiari e conviventi), 583-bis (Pratiche di mutilazione degli organi genitali), 609-bis (Violenza sessuale), 612-bis (Atti persecutori), limitatamente al primo accesso avvenuto nell’imminenza dei fatti
  • accesso negli orari di chiusura dei Servizi di Salute Mentale diurni nei quali viene effettuata e registrata la prestazione di “visita psichiatrica”.

Saranno esenti anche i pazienti in accesso per una delle seguenti problematiche indicate dal medico:

  • colica renale
  • colica biliare
  • crisi asmatica
  • dolore toracico
  • tachiaritmiesopraventricolari (fibrillazione atriale parossistica, tachicardia parossistica sopraventricolare)
  • glaucoma acuto
  • corpo estraneo oculare
  • epistassi (sanguinamento dal naso) in atto
  • corpo estraneo dell’orecchio
  • complicanze di intervento chirurgico che determinano il ricorso al PS entro 3 giorni dalla dimissione ospedaliera
  • problemi e sintomi correlati alla gravidanza

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Decreto Legge Liste d’Attesa – Occorre rafforzare e integrare le misure

È stato pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale il decreto legge con “misure urgenti per la riduzione dei tempi delle liste d’attesa delle prestazioni sanitarie”. Tra le principali novità: un Cup unico regionale o intraregionale, il monitoraggio delle liste d’attesa affidato all’Agenas, un ispettorato generale di controllo sull’assistenza sanitaria e l’introduzione di visite ed esami il sabato e la domenica.

“Pur ritenendo positivo l’intervento del Governo in materia – dichiara Maurizio Petriccioli, Segretario Generale Cisl Fp – il Decreto Legge volto a snellire le liste d’attesa nel settore sanitario e a cercare soluzioni alle diseguaglianze regionali rischia di dare una risposta solo parziale alle numerose criticità legate alla carenza di personale e di impedire la completa messa a terra del PNRR, soprattutto in relazione alla sfida di ridisegnare una nuova sanità di territorio”.

Occorre confronto per riordino SSN

Nonostante un inizio di inversione di tendenza dopo la pandemia, il nostro SSN affronta da anni un processo di definanziamento. In mancanza di risposte dalla sanità pubblica, ogni anno le famiglie registrano 40 miliardi di spesa privata.

“Riteniamo importante la volontà di omogeneizzare i percorsi per ridurre le liste di attesa oggi presenti nelle diverse realtà regionali. – dichiara Ignazio Ganga, Segretario Generale Cisl Medici –Tuttavia, rispetto alla delicatezza del tema da tempo abbiamo chiesto di aprire un confronto che si inserisca in un quadro più generale di riordino del SSN a partire dalla definizione di un nuovo Piano Sanitario Nazionale di cui il territorio rappresenta uno dei punti centrali.”

Rilanciare la sanità per un sistema più equo

Occorre dunque rilanciare la sanità per garantire un sistema più equo e accessibile alle cittadine e ai cittadini. Come? Abbattere il tetto di spesa al salario accessorio, valorizzare e reclutare personale sanitario, rinnovare i contratti collettivi scaduti da tempo, creare un nuovo Patto Sociale per garantire i LEA (Livelli Essenziali di Assistenza).

 “Chiediamo al Ministro Schillaci e al Governo un impegno concreto per superare le criticità esistenti – conclude Petriccioli- e garantire un sistema sanitario più equo e accessibile, che possa realmente rispondere alle necessità di tutti i cittadini e rispettare gli obiettivi di riforma previsti dal PNRR.”

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