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PENSIONI: GUIDA ALLA RIVALUTAZIONE ANTICIPATA

Il decreto «aiuti bis» prevede due misure per la rivalutazione delle pensioni, in partenza ad ottobre 2022, al fine di aiutare i pensionati a fronte del caro prezzi. In questo modo, l’aumento dell’assegno è anticipato di tre mesi rispetto al consueto adeguamento al costo della vita, che sarebbe dovuto partire dal 1° gennaio 2023.

Cosa prevede la rivalutazione anticipata delle pensioni? Ecco una guida completa su tutto quello che c’è da sapere sull’aumento pensioni da ottobre 2022.

AUMENTO DEL 2% DA OTTOBRE 2022

Per sostenere il potere d’acquisto delle pensioni, il decreto anticipa ad ottobre una parte della rivalutazione che ordinariamente sarebbe spettata a partire da gennaio, pari ad un aumento del 2%.

La somma verrà riconosciuta per ciascuna delle mensilità di ottobre, novembre e dicembre 2022, inclusa la tredicesima mensilità.

A chi spetta l’aumento del 2%?

L’incremento verrà riconosciuto solo alle pensioni di importo fino a 2mila 692 euro (ovvero 35mila euro all’anno).

Attenzione: prendono l’anticipazione anche le pensioni più alte di 2mila 692 euro al mese, ma più basse di 2.744 (cifra che si ottiene sommando al tetto l’aumento spettante). In questo caso, prendono solo la parte che porta la pensione a 2mila 744 euro.

Come viene calcolato l’importo?

La rivalutazione verrà calcolato con il sistema delle perequazioni attualmente vigente, quindi con i criteri di progressività delle percentuali di perequazione. Ecco alcuni esempi pratici semplificati:

  • pensione minima (524,34 euro al mese): perequazione piena con rivalutazione al 2%, da ottobre 10,5 euro in più;
  • pensione di mille euro al mese: perequazione piena con rivalutazione al 2%, da ottobre 20 euro in più;
  • pensione di 1.500 euro al mese: perequazione piena con rivalutazione al 2%, da ottobre 30 euro in più;
  • pensione di 2mila euro al mese: perequazione piena con rivalutazione al 2%, da ottobre 40 euro in più;
  • pensione di 2.500 euro al mese: perequazione al 90% e rivalutazione del 2%, da ottobre 50 euro in più;
  • Pensione di 2.692 euro al mese: perequazione al 75% e rivalutazione del 2%, da ottobre 52 euro in più.

CONGUAGLIO DELLO 0,2%

La seconda misura consiste nell’anticipo a novembre 2022 delle operazioni di conguaglio della rivalutazione dello 0,2% dello scorso anno. Si tratta, cioè, del recupero dello 0,2%, ovvero della differenza fra l’1,7% di inflazione stimata e l’1,9% di inflazione effettiva nel 2021. Il conguaglio previsto per gennaio 2023, sarà riconosciuto a novembre 2022 a tutti i pensionati. La somma che spetta può variare da 10 euro delle pensioni minime fino a 120 euro delle pensioni sopra i 7mila euro al mese.

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PENSIONI, PEREQUAZIONE E AUMENTI: COSA CAMBIA PER I PENSIONATI DAL 2022

Cos’è la perequazione?

La perequazione delle pensioni è il fondamentale strumento che garantisce ai pensionati un tenore di vita adeguato e costante, nonostante l’inflazione.

Come funziona la perequazione?

Grazie alla perequazione, ogni anno l’importo delle pensioni viene adeguato all’aumento del costo della vita, moltiplicandolo per il tasso di inflazione Istat. In questo modo, gli importi delle pensioni sono rivalutati annualmente e il potere d’acquisto della pensione è protetto dall’incremento dell’inflazione.

Sia le pensioni dirette (pensione di vecchiaia e di anzianità) sia quelle indirette (pensione di superstiti) giovano delle perequazioni.

Cosa cambia dal 2022?

Grazie alle mobilitazioni e al lavoro costante della Federazione Nazionale Pensionati CISL, dal 2022 finalmente la perequazione viene applicata agli scaglioni di reddito da pensione. Tornerà ad applicarsi, cioè, il meccanismo della legge 388/2000, modificata dalla legge 160/2019 (Legge di Bilancio per il 2020).

In base al Decreto ministeriale di novembre 2021, dal 1° gennaio 2022l’Indice di rivalutazione delle pensioni, è determinato, in via previsionale, nella misura pari a +1,7%, salvo conguaglio da effettuarsi in sede di perequazione per l’anno successivo.

Come saranno calcolati gli aumenti?

Le pensioni non saranno aumentate tutte allo stesso modo. La rivalutazione dipenderà dagli scaglioni di reddito:

  • 100% (1,7%) per trattamenti pensionistici complessivamente fino a quattro volte il minimo Inps (da € 0 a € 2.062,32);
  • 90% (= 1,53%) per i trattamenti pensionistici complessivamente superiori a 4 volte il minimo Inps e fino a 5 volte il trattamento minimo Inps (da € 2.062,33 a € 2.577,90);
  • 75% (= 1,27%) per i trattamenti pensionistici complessivamente superiori a 5 volte il minimo Inps (da € 2.577,91 in su).

Il trattamento minimo di riferimento in pagamento dal primo gennaio 2022 è pari a 523,83 euro.

NOTA BENE

L’INPS, avendo proceduto all’elaborazione dei rinnovi 2022 prima della pubblicazione del Decreto di novembre scorso, ha perequato i trattamenti previdenziali applicando la percentuale inferiore dell’1,6%. Pertanto, con la prima mensilità utile (marzo 2022) l’Istituto provvederà a riconoscere lo 0,1% a titolo di conguaglio.